Alcune idee su Winorama Italy che devi sapere possono essere divertenti per tutti

Alcune idee su Winorama Italia che devi sapere – Domande

Vantaggio ricarica Winorama: Questo è paragonabile al vantaggio di benvenuto, tuttavia può essere utilizzato numerose volte. Ogni volta che effettui un acconto, sarà abbinato a una piccola quota. Tuttavia, è necessario utilizzare Skrill, Paysafe Card o i, DEAL per effettuare il deposito, varie altre tecniche di pagamento non attiveranno l’offerta bonus.

Al momento di questa testimonianza, solo l'”offerta Weekly Shock Bonus” distribuiva Winorama a rotazione totalmente gratuita. Settimanalmente, Winorama sceglierà giocatori arbitrari e fornirà anche una ricompensa enigma. Può riguardare qualsiasi cosa: puoi vincere giri gratuiti, un prezzo speciale per il seme, anche un bonus cashback. Ultimo ma non meno importante, dobbiamo discutere che ci sono competizioni e occasioni di gioco coerenti.

La regola dei 7 minuti per alcune idee su Winorama Italy che devi conoscere

000 euro. Il fornitore del software di Winorama, Neto Play, è anche il fornitore del gioco. Tutti i videogiochi sul sito web sono creati da questa azienda, non ci sono vari altri fornitori. In totale, ci sono praticamente 50 videogiochi con cui giocare. Questo è un piccolo numero, ma tutte le classificazioni di base dei videogiochi sono coperte.

Non vengono offerti, invece, i giochi di carte così come i giochi da tavolo. È possibile giocare ai videogiochi gratuitamente, ma questa opzione è utilizzata solo dai partecipanti. Winorama non fornisce un’applicazione nativa da utilizzare sui telefoni cellulari, ma non è necessario. Il sito Internet può funzionare su tutti i browser Internet, come accennato in precedenza.

Le nostre alcune idee su Winorama Italia Devi conoscere le idee

Ci sono un totale di 12 video slot da giocare. Sono piuttosto ricchi di motivi: dagli alieni alla mafia, puoi trovare qualsiasi tipo di motivo che ti piace. Ti consigliamo di controllare Wish A Fish, Bran Invaders e anche American Ton of money. Ci sono solo un paio di dispositivi con pot. I premi dinamici non sono offerti.

Non puoi giocare a carte e videogiochi da tavolo in questa impresa di gioco d’azzardo. È possibile giocare a bingo e anche ai videogiochi di carte raschianti. Puoi anche giocare a una serie di videogiochi unici come Plinko. Ti consigliamo di giocare a Master Mind, Bingo Mania e Ton Of Money Wheel. Come sottolineato in precedenza, i videogiochi con croupier dal vivo non sono disponibili presso l’impresa Winorama Gambling.

lesterandelaine.ebiz-hub.com/vedi-questo-rapporto-su-winorama-italia

Fatti poco noti su alcune idee su Winorama Italy che devi sapere.

Se stai cercando giochi con croupier dal vivo, dovresti vederne uno aggiuntivo sul casinò online. I soldi supportati sono EUR, GBP, USD, SEK, CHF, NOK, AUD e CAD per i canadesi.

Non puoi effettuare un prelievo se hai un premio attivo. Inizialmente, devi scommettere la ricompensa 40 volte. Se la quantità dell’affare è superiore a 200 CAD, ti verrà chiesto di convalidare la tua identificazione. La restrizione di prelievo ottimale è di 3.000 CAD al mese. Per i giocatori VIP, questa limitazione può arrivare fino a 15.

Alcune affermazioni di fatto note su alcune idee su Winorama Italy che devi conoscere

I prelievi totalizzano in 6 12 giorni, a seconda della tecnica scelta. NOME DEPOSITO MINIMO RITIRO MINIMO VISTO/ Master, Card 10 CAD 10 CAD Neteller 10 CAD 10 CAD Paysafe Card 10 CAD 10 CAD Zimpler 10 CAD 10 CAD Trust Pay 10 CAD 10 CAD Entro, Pay 10 CAD 10 CAD SOFORT 10 CAD 50 CAD 10 CAD 10 CAD Mister Money 10 CAD 10 CAD Diner’s Club 10 CAD 10 CAD Non è disponibile una pagina web di domande frequenti, ma c’è qualcosa di meglio: l’assistenza telefonica.

Puoi anche richiedere una richiamata. La chat dal vivo è la tua alternativa di seconda categoria; è prontamente disponibile 7/24. Puoi inviare un’e-mail all’assistenza clienti, tutte le e-mail vengono indirizzate entro 24 ore. Tutti gli approcci prontamente disponibili per contattare sono forniti di seguito: Numero di telefono: Chiama +35722007792. Tieni presente che questo è un numero di telefono internazionale e potrebbero essere applicate commissioni internazionali.

Alcune idee su Winorama Italy che devi conoscere i fondamenti spiegati

Non esiste un servizio del sito di casinò online, non è possibile giocare a giochi di carte e da tavolo (roulette, poker da casinò, blackjack, ecc.) e il numero di giochi offerti è troppo ridotto. Tuttavia, il casinò online Winorama offre una buona soluzione per gli scommettitori informali in giro. Ma se sei un veterano che cerca di più, potrebbe essere meglio scoprire un ulteriore stabilimento di gioco d’azzardo.

La società madre è accreditata dall’autorità per i videogiochi di Curacao. Sì, è un

sito dell’istituto di gioco d’azzardo che accetta giocatori dal Canada come membri Non puoi dichiarare bonus di acconto su questo sito web. Basta registrarsi gratuitamente e ottenere un vantaggio senza acconto di 7 su questo sito. Ci sono diversi sconti che Winorama utilizza i suoi membri.

Fatti sconosciuti su alcune idee su Winorama Italy che devi sapere

Sì, questo sito web approva i giocatori dal Canada. Possono iscriversi e giocare con dollari CAD. Esistono diversi approcci di acconto e prelievo per scegliere di utilizzare CAD come denaro. Sì, puoi cimentarti in vari videogiochi con jackpot in questa impresa di gioco d’azzardo. Sì, questo è un sito web ottimizzato per i dispositivi mobili. Puoi accedervi su vari smartphone e anche gadget tablet.

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Benidorm presentará en Fitur 2018 sus novedades tecnológicas en 78m2

La capital turística mostrará su apuesta por ser Destino Turístico Inteligente y por los eventos en su promoción en Fitur – Una fotografía del «skyline» a gran tamaño será la protagonista del estand

Benidorm en Fitur 2018

Como en las últimas ediciones, la urbe va a tener un espacio propio en el stand de la Comunidad Valenciana y participará en Fitur Gay Benidorm remata estos días su presencia en la Feria Internacional de Turismo de la villa de Madrid (Fitur), que arranca este miércoles, diecisiete de enero, y en la que la ciudad presentará sus novedades tecnológicas ligadas al Destino Turístico Inteligente (DTI) y un avance de la programación de acontecimientos que se desarrollarán a lo largo del año.

Como en ediciones anteriores, Benidorm dispondrá en la feria de un espacio único y propio en en el stand de la Comunidad Valenciana, en el que asimismo están integradas las otras cinco marcas turísticas de la región: Costa Blanca, València Turisme, Castellón Mediterráneo, Alicante y Turismo Valencia.

Concretamente, Benidorm contará con 78 metros cuadrados expositivos. La estructura del ‘stand’ es novedosa, pues carece de ‘truss’ y toda ella surge de la base. La imagen que encabeza el ‘stand’ en una fotografía retroiluminada del ‘skyline’ a la noche -de siete metros de alto por diecinueve de largo-, al tiempo que las dos plazas urbanas de Benidorm copan la zona de mostradores. El ‘stand’ dispone de diversos espacios para reuniones, como una enorme pantalla de vídeo.

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Vamos por unas tapas y arroces por Benidorm en Alicante

tapas y arroces en benidorm 

Alicante resalta, entre otras muchas cosas, por su increíble gastronomía capaz de satisfacer paladares muy exigentes. Benidorm, ubicado a los pies del mar Mediterráneo, posee una gran oferta gastronómica, en la que los frutos del mar, típicos de la dieta mediterránea, se combinan fabulosamente con los productos frescos procedentes de las huertas próximas.

Benidorm es una ciudad embriagadora en la que podemos disfrutar de arroces y tapas en compañía de un buen vino tinto, de ahí que te presentamos una ruta deliciosa que te va a llevar por algunos de los restaurantes más populares de la ciudad.

¿Dónde degustar un exquisita comida en Benidorm?

Si estás de visita en Benidorm, definitivamente debes recorrer la zona de Los Vascos. Se trata de una zona de bares altamente reconocida y recomendada por todo el que visita la urbe. Los Vascos es realmente de los mejores sitios para comer en Benidorm dada la extensa oferta de tapas de todo tipo y a muy buenos precios.

La zona se encuentra justo en la mitad del casco viejo de la ciudad, muy cercano a la playa y a todos los otros sitios de interés turístico de la zona. El epicentro de la zona de Los Vascos es la calle Beato Domingo, es allá donde converge todo el movimiento, si bien alrededor hay otras calles como Rosari, Sant Miquel y José Martínez Oriola; todas y cada una son calles con un intenso movimiento comercial donde además de comida, hallamos tiendas de todo género.

Lo más peculiar de la zona es la enorme propuesta gastronómica basada primordialmente en tapas y las más deliciosas paellas llenas de frutos del mar en combinación con los vegetales más frescos, cultivados en zonas próximas a Benidorm. Como es natural, si bien la oferta es amplia, nos vamos a centrar en las tapas y arroces, en tanto que son lo más popular en la zona de Los Vascos.

Disfrutando las mejores tapas y arroces de Benidorm

Las paellas son muy propias de la Comunitat Valenciana, a pesar de ello, localizar un buen restaurant que verdaderamente destaque entre el resto, es una labor un tanto difícil. Puedes recorrer muchos lugares hasta dar con la combinación de sabores y texturas precisas para tu paladar, desde un exquisito arroz caldoso con bogavante hasta los más tradicionales como el arroz del senyoret o la paella de mariscos.

Sin lugar a duda la mejor parte de viajar es degustar de la propuesta gastronómica propia de cada sitio, y lucrarse con los sabores que cada localidad tiene para ofrecer. Nosotros te ahorramos parte de la busca y nos centramos en un sitio que por sus características se ha hecho universalmente famoso, reseñado por los más conocidos especialistas en gastronomía y visitado diariamente por turistas y locales.

¿Dónde comer arroces en Benidorm?

De los mejores arroces los hallarás en el restaurant Son del Mar, muy cerca de la zona de Los Vascos, con una deslumbrante vista hacia la Playa de Levante. Dispone de una terraza al aire libre muy cerca de un edificio de interés histórico puesto que fue sede del municipio de la ciudad. La carta de este restaurant deja degustar deliciosos platos de arroz a banda, de verduras, arroz de bacalao con coliflor y terminar tomando como postre un maravilloso brownie con helado de caramelo.

Frente al parque de Elche nos hallamos a La Posada del Mar, un local posicionado en los primeros lugares de todos los rankings expertos en gastronomía, siendo especialistas en arroces, mariscos y pescados frescos, apoyados por una trayectoria que supera los cuarenta años de actividad continua y un precio verdaderamente accesible.

¿Dónde comer las mejores tapas de Benidorm?

Para disfrutar de las mejores tapas, la recomendación será que hagas un recorrido por La Brasería, La vieja Sidrería, La Cava Aragonesa y Pinchos Aurrerá. En estos restaurants encuentras una combinación magistral entre lo tradicional y lo vanguardista, presentando tapas que más que simples temtempiés semejan obras de arte, impregnadas de sabores, aromas y colores que no dejan indiferente a ningún visitante.

Recorrer la zona de Los Vascos y dejarse llevar por la variedad de la pasmante oferta gastronómica del lugar, va a ser una de esas experiencias que no vas a poder sacar de tu psique nunca más.

 

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La carrera Benidorm Half y 10K se posiciona entre las mejores

La Benidorm Half se quiere continuar posicionando como una de las Medio Maratón más atrayente del calendario español, a lo que se une la carrera de 10K, que se disputará asimismo el próximo 3 de marzo.

Este fin de semana pasado, en concreto el día 26 de noviembre tuvo marcha  la maratón 10K Love Bebnidorm. Cerca de mil corredores han participado este domingo en los diez Quilómetros Love Benidorm, prueba de ´running´ que se han empezado a las 10 horas de la mañana desde la Plaza SSMM Reyes de España y que ha recorrido la avenida del Mediterráneo, la primera línea de la playa de Levante y ciertas calles del Rincón de Loix ya antes de volver nuevamente a la Plaza de SSMM Reyes de España, donde se ha instalado la meta.

En este caso y en la próxima carrera Benidorm Half y 10K, el buen clima de una de las capitales del turismo en España, el horario (18:30 horas) o bien un recorrido liso junto al mar son algunas de las peculiaridades que hacen que la Benidorm Half tenga cada vez más atractivos para los runners.

benidorm-half-media-maraton

Todo ello, en un entorno festivo bajo la organización del Grupo Bakara y Tour Sport, junto al Club de Atletismo Benidorm y el Ayuntamiento de Benidorm.

A la puesta del sol

La carrera empezará el sábado, tres de marzo, coincidiendo con la puesta del sol, aunque desde el viernes va a haber ya múltiples actividades. Y es que la organización prepara tanto actividades turísticas, deportivas y comerciales para esos días.

Además de esto, el recorrido, homologado por la Real Federación Española de Atletismo, es “totalmente llano”, recuerdan los organizadores. Transcurre en su mayor parte por las primordiales calles de la urbe y las playas de Levante y Poniente.

“Un circuito rapidísimo y ameno“, aseguran, lo que dejará prosperar las marcas de los anotados. Y es que desde la organización se quiere que la Benidorm Half se transforme en una de las “grandes citas” del atletismo, cuestión en la que se trabaja con muchos alicientes para todos los amantes del running.

Las inscripciones se pueden efectuar en su página. Se podrá escoger entre diferentes opciones, aparte de la distancia. De este modo, es posible anotarse ya con hotel contratado (***, **** y *****), para los que no son de la zona.

También se ofrece la opción del Paquete Premium. Este incluye recogida de dorsal en Zona VIP con catering y camiseta técnica adaptada. Además, dispondrán de catering en la zona de meta tanto para corredor como acompañante, fisioterapia, guardarropa o bien zona de calentamiento con máquinas, entre otros muchos ventajas.

Compartimos el recorrido de la carrera.

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El tribunal supremo ordena demoler las dos torres gemelas de #Benidorm

demolicion de las dos torres gemelas en benidorm

Los Gemelos veintiocho de Benidorm tienen ya los días contados. El Tribunal Superior de Justicia de la Comunitat ha ordenado a la Generalitat Valenciana que derruya las dos torres de veintiuno alturas construidas en la zona litoral de Benidorm famosa como Punta Llisera, y que en su día construyó la compañía Edificaciones Calpe, del promotor valenciano Andrés Ballester Ríos. Con este fallo, fechado el ocho de noviembre, el TSJ aclara los pormenores de una sentencia del Supremo de dos mil doce, que declaró ilegal el permiso concedido el 29 de abril de 2005 por la Dirección General de Costas y Puertos de la Conselleria de Obras Públicas, en ese instante, dirigida por Rafael Blasco. Aparte de la demolición, el tribunal valenciano asimismo ordena a la Generalitat a indemnizar a los ciento ochenta y seis propietarios de los apartamentos, plazas de garaje y zonas comunes: por la cantidad que adquirieron las viviendas, más un 20 por ciento auxiliar. El Gobierno valenciana tiene 3 meses para consignar la cantidad.

Con esta sentencia se pone fin a uno de los culebrones urbanísticos de la Comunitat Valenciana, que en su instante, la ministra de Medio Entorno socialista, Cristina Narbona, intentó eludir con la expropiación de las estructuras del edificio en dos mil siete. Tras de sí, se pone fin a un expediente de más de 29 años, cuando el Gobierno socialista de Benidorm aprobó su primera licencia; se derribó la construcción que entonces ocupaba la parcela en cuestión y se empezó la construcción de 2 torres nuevas, que el Supremo ya sentenció que eran ilegales por ocupar una zona de dominio público servidumbre marítimo-terrestre.

En modo de resumen, el TSJ considera que hay que derribar todo lo construido, y por lo tanto, rechaza los razonamientos de imposibilidad de ejecutar el fallo, como aducía la promotora; en el plazo de tres meses, la Generalitat debe presentar un plan de demolición, junto a la consignación presupuestaria de su coste; habilitar el crédito presupuestario para adquirir todos y cada uno de los pisos a sus dueños, más el veinte por cien del coste final, y deberá designar a un funcionario responsable del cumplimiento de lo acordado. Contra la sentencia solo cabe recurso de reposición.
Así, el TSJ rechaza el recurso de la promotora, Terras de l’Horta SL, propiedad de Andrés Ballester -cuya matriz, Edificaciones Calpe SA, está en concurso de acreedores desde enero de 2013, a los pocos meses del fallo del Supremo-, y avala la legitimidad de unos afectados, Emilio Ramírez, que había instado a la ejecución del fallo. Emilio Ramírez es un vecino de otro edificio colidante que se presentó como perjudicado. Tanto la Generalitat como la promotora han intentado desacreditar a este vecino en el proceso de ejecución. A lo largo de este proceso asimismo se personó otra empresa, Maryciel SL, que arrienda apartamentos y que adujo que Gemelos 28 le tapaba las vistas.

Pese a todo ello, el TSJ estima que la ejecución de la sentencia supone reponer la legalidad que las resoluciones administrativas habían conculcado al invadir la construcción autorizada la zona de servidumbre. Recuerda el tribunal valenciano que la doctrina del Supremo sostiene que la demolición de lo construido es la consecuencia impuesta legalmente en el caso de la cancelación de una licencia concedida con infracción de la normativa de la Ley de Costas. Tanto la Administrado del Estado, que fue recurrente, como Emilio Ramírez, avalan esta postura.

La Generalitat, contra la demolición 

Aunque en años precedentes se había mostrado partidaria de la demolición -incluso consignó dinero para esa plan-, en este litigio, la Consellera de Vertebración del Territorio que dirige María José Salvador ha defendido lo contrario: había propuesto que se estudiaran opciones alternativas al derribo al considerar que “era desproporcionada y no ofrece beneficio neto”. También se argumentó, por parte del departamento de Territorio, que “es un terreno desnaturalizado y fuertemente antropizado, con elevada intensidad edificatoria, siendo Benidorm paradigma de la presión urbanística, con relevantes intereses económicos económicos y estratégicos”. “La supresión de las construcciones no impediría la construcción de otros, que incluso podría superarle en mayor altura. La demolición provocaría perjuicios a la administración y asimismo a terceros de buena fe”, fue la postura del Consell, conforme el auto.

Sin embargo, el TSJ estima que debe predominar el bien jurídico protegido, la zona de dominio público marítimo-terrestre. Y, por consiguiente, recuerda que Gemelos 28 invade la zona de protección. “Consideramos debe prevalecer los valores naturales y paisajísticos en frente de un coste económico, si bien exactamente el mismo sea elevado al carecer de fuerza jurídica suficiente para enervar la ejecución de una sentencia firme”, recoge el tribunal autonómico en su auto de aclaración.

Sobre la posibilidad de que se pudiera reedificar un nuevo edificio tras el derribo, el TSJ recuerda que la meta es “ejecutar una sentencia firme y dejar libre de edificaciones destinadas a residencia la zona de servidumbre de protección”. “No es relevante para esta ejecución que se libere la zona y se pueda regresar a construir”, razona el tribunal.

“España es uno de los países del planeta donde la costa en el aspecto de conservación del medio está más gravemente amenazada, lo que conduce de nuevo a desestimar lo alegado en este punto por la Administración de la Generalitat, al resultar prevalente el conservar la integridad física de la zona de servidumbre”, justifica la sentencia.

El derribo parcial asimismo otra de las opciones alternativas puestas sobre la mesa, si bien quedó descartada a tenor de la documentación aportada por la propia Generalitat Valenciana.

El nuevo deslinde coincide con el presente

Por su lado, Terras de L’Horta; o sea, Edificaciones Calpe SA, había planteado la imposibilidad material de ejecución de la sentencia, primero, porque se solicitó recurso de amparo ante el Constitucional. Asimismo, la promotora planteó una serie de argumentos para que se declarase la imposibilidad de ejecutar la sentencia: vino a decir que el nuevo deslinde de Costas -que en ese momento se estaba redactando- no era firme; que el Supremo no anuló ni el permiso otorgado por el Ayuntamiento de Benidorm en 1988 ni el estudio de detalle, que lo fue autorizado años más tarde, en mil novecientos noventa y seis, y sobre todo, que el Supremo no estableció expresamente el derribo y que por consiguiente había otras alternativas abiertas. Y por su parte, se contaron las consecuencia de acordarse la demolición: indemnización a propietarios; prosiguen teniendo el derecho a la edificación y por consiguiente, a levantar un nuevo edificio: y, finalmente, no hay interés público a que se proteja la zona con la demolición y se cargaría al tesoro público unos costos desorbitados, y para nada, pues acabaría levantándose una nueva torre de muchas más alturas.
A todo ello, el TSJ ha recordado que la ejecución del fallo del Supremo estuvo suspendida a lo largo de un periodo mientras se tramitaba un nuevo deslinde de dominio público terrestre en el término municipal de Benidorm. Es más, recuerda la sentencia que el propio ayuntamiento benidormí también planteó una incidencia de ejecución mientras que se confeccionaba el nuevo deslinde. Mas como recuerda el fallo, el nuevo deslinde fue aprobado claramente por orden ministerial de veintidos de junio de 2015 y coincidente con el anterior, que es de mil novecientos setenta y uno. Por tanto, no ve razón a fin de que se suspendiese su ejecución.

La promotora insistió en el coste patrimonial

Terras de L’Horta asimismo argumentó que el fallo del Supremo era rigurosamente declarativo y que generaba un perjuicio patrimonial a las arcas públicas desorbitado, argumento éste que el TSJ rechaza y también insiste en que lo que debe ser protegido es el dominio público marítimo-terrestre en frente de los intereses privados. En su momento, cuando se presentaron las alegaciones, Terras de L’Horta valoró en sesenta millones los costos de demolición, que quedaría desglosado de esta manera: 6,6 millones los costes del derribo propiamente dicho y cincuenta y tres millones de euros la valoración de las residencias ya construidas, a razón des trescientos diecisiete mil euros (costo medio de los 168 pisos). A ello, según la promotora, habría que sumar las posibles obligaciones que se derivaran de la reedificación del solar, valorado en cuarenta y seis millones de euros.

Sin embargo, la sentencia no hace ninguna cuantificación de los costes de demolición: solo insta a la Generalitat asumir y escribir el proyecto de derribo y a imdemnizar a los propietarios con el valor de adquisición de las viviendas, más el veinte por ciento del valor.

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El casco antiguo de Benidorm para visitar este puente de Octubre

casco antiguo de benidorm

Estamos ya casi de puente y queremos invitarte a que vengas estos días festivos para tener una visión de Benidorm como un paraíso único. El casco histórico en particular es como un laberinto que guarda la esencia de las calles empedradas y angostas del pasado, con un montón de comercios y locales donde adquirir y tomar una copa como en casa. Con su iglesia de bóveda azulada y casas blancas, ha podido mantener su carácter entre la jungla de torres de pisos al este y al oeste. Hágase un favor y procure visitarnos coincidiendo con ciertas más de cincuenta fiestas que tienen sitio en Benidorm cada año.

Empezamos nuestra ruta en el Parque de Elche y nos dirigimos al Camino de la Carretera (por muy popular que se haya hecho, no lleva por nombre calle del coño, y si os referís a ella con este término, probablemente no os orienten). Se trata de una calle peatonal que puede llegar a estar excesivamente frecuentada dependiendo de la hora y la temporada. En ella, podemos pasear mientras que gozamos de multitud de comercios de todo tipo.

parque de elche benidorm


Al llegar a la Palmera – punto común de encuentro entre la mayoría de benidormenses -, viramos a la derecha para continuar por la C/ Alameda.

Se trata asimismo de una calle peatonal, en este caso más ancha y donde podemos parar en cualquiera de los muchos bares a tomar una copa. Actualmente, se ha convertido en punto de tardeo en Benidorm.

alameda en benidorm


Paseando por este boulevard nos hallamos a la derecha un pequeño arco. Si tenéis tiempo, os invito a que callejeéis por ahí. Vale la pena, aunque solo sea por ver los portones y rincones de las casas de piedra. Nosotros dejamos esa senda para otro día.

Proseguimos nuestro camino y, al final de la Alameda, giramos a la izquierda. De esta manera, llegamos a la Plaza del Torrejó, lugar desde el que podemos ver el comienzo del Camino de la Playa de Levante por el que vamos a pasear otro día. No obstante, ¡acercaos!
Echad un vistazo los arcos de luces que llegan hasta el Rincón de Loix.

Subida al Canfali

subida al canfali benidorm


Volviendo a la Plaza del Torrejó, si miramos a la derecha, nos encontramos con el Carreró dels Gats. Una preciosa y característica callejuela empedrada de Benidorm por la que merece la pena subir saboreando la esencia del pueblo pesquero que un día fue. De noche, esta pequeña calle se llena de jóvenes que gozan la vida nocturna de Benidorm.

Subimos por ella hasta llegar a la Iglesia de San Jaime y Santa Anna construida a mediadios del siglo XVIII y de estilo neocláico. Si tenéis ocasión, entrad a visitarla. De ella resaltamos la Capilla de la Virgen y el órgano estrenado en dos mil doce.

En el Castillo de Benidorm

Una vez fuera nuevamente, atravesamos el arco para llegar a la Plaza Castelar y la Plaza Santa Anna; encabezada por los cuatro cañones que servían de defensa. Y, es que, es aquí donde se erguía el viejo castillo de Benidorm, destruido durante la Guerra de la Independencia, en 1812. En la actualidad, sin torre alguna, a esta zona se le sigue conociendo como “El Castillo”.
Es en estas plazas donde durante las noches estivales se realizan “Les Nits al Castell“, llenando de artesanía este lugar.

Seguimos visitando el Balcón del Mediterraneo, parada obligada para hacernos unas fotos. Se trata de uno de los lugares más simbólicos de Benidorm y no va a ser difícil que os halléis a unos recién casados haciéndose su álbum de boda, o bien el rodaje de cualquier campaña de publicidad.

balcon del mediterraneo en benidorm


Desde aquí, descendemos por la escalinata hasta el Mirador de la Punta del Canfali. Una postal en sí misma, mires hacia donde mires. A la izquierda: Playa de levante, Rincón de Loix, Serra Gelada… A la Derecha: Cala del Mal Pas, Playa de Poniente, el Tosal de la Cala… Desde acá, los amaneceres a siniestra y los atardeceres a diestra no tienen comparación.

Plaza de la Señoría y Camino de Colon

Seguimos nuestra senda y, para ello, volvemos a las plazas y continuamos bordeando balaustrada cara izquierda para llegar a la Plaza de la Señoría. Nos hallamos en la esencia de ese pueblo pesquero del que charlábamos al comienzo, y esto se demuestra con el Monumento a los Marinos Muertos en el Mar que, acá, podemos visitar.

camino de colon en benidorm


Al final de este mirador, continúa nuestro paseo. Ahora nos toca descender por los peldaños de piedra. Una vez bajo, vamos a haber llegado a la preciosa Cala del Mal Pas. De unos 120 metros, esta cala aparta las 2 playas de Benidorm. Ideal para no perder de vista a los más pequeños.

Desde aquí, paseando por el Camino de Colón, pasamos el Puerto y llegamos, de nuevo, a nuestro punto de partida: el Parque de Elche.

Cabe destacar que hemos elegido una senda entre un millón, puesto que hay multitud de callejuelas que vale la pena contemplar. Mas esas, como hemos dicho, las dejamos para otra ocasión.

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Benidorm se vistió de colores este fin de semana

Benidorm  festejó ayer la «color road», una carrera lúdica y no competitiva que organizó la Comissió de Festes Majors Patronals junto a la mercantil Unievento, en colaboración de las concejalías de Deportes y Fiestas. Cerca de mil personas participaron del recorrido de cinco kilómetros en los que los polvos de colores lanzados a los corredores fueron los protagonistas. Además de esto hubo exhibición de zumba y música tras la carrera.

Ahí van un montón de fotos para compartir contigo la magia de las calles de #Benidorm.

 

Color road en Benidorm

Benidorm se llena de coloresBenidorm se llena de colores

Benidorm se llena de colores

Benidorm se llena de colores

Benidorm se llena de colores

Benidorm se llena de colores

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Día de la Bicicleta en Benidorm

dia de la bicicleta en benidorm

El ayuntamiento celebró este domingo día 17 de septiembre el Día de la Bicicleta desde el parque de Foietes.

Benidorm celebró ayer por la mañana domingo el Día de la Bicicleta que cumple este año su treinta y cuatro edición. La marcha salió a las 10.30 horas desde un estrenado circuito que partió desde el parque de Foietes hacia dos tramos diferentes: el primero por avenida Ricardo Bayona, Rey Jaime I, Armada De España, avenida Villajoyosa, avenida de Calpe, Benissa, avenida Alcalde Vicente Perez Devesa, Cuba, avenida de Ricardo Bayona y Parque de Foietes. Desde ahí se comenzó el segundo por la calle Guadalest, Estación, Caballero Rejoneador Ginés Cartagena, Polop, avenida Beniardá, senda ciclable (paralela vÍa tren), avenida de Italia, Comunidad Europea, Comunidad Valenciana, avenida Alfonso Puchades, Ricardo Bayona y de vuelta Parque de Foietes.

bicicleta en benidorm
En la jornada han participado cientos de personas desde los más pequeños hasta los más mayores que han disfrutado de estas rutas con sus bicis. Además de esto, se efectuaron múltiples actividades. Policial Local, Agrupación Local de Protección Civil y Reunión Local de Cruz Roja dispusieron un dispositivo singular de seguridad y asistencia a todos y cada uno de los participantes.

Este Día de la Bicicleta se enmarca por tercer año en la Semana Europea de la Movilidad, que se festeja desde el día 16 al 22 de septiembre.

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Benidorm será la capital europea del golf en el próximo 2018

La ciudad turística acogerá un torneo de la PGA en el que se darán cita los mejores jugadores del mundo mayores de 50 años

La competición se llevará a cabo en las instalaciones del campo Villaaitana.

golf en benidorm

La ciudad turística acogerá un torneo de la PGA en el que se darán cita los mejores jugadores del mundo mayores de 50 años

La competición se llevará a cabo en las instalaciones del campo Villaaitana.

La competición se hará en las instalaciones del campo Villaaitana.
Benidorm se transformará en 2018 en la capital europea del golf. La ciudad turística acogerá el año próximo el PGA Senior, un campeonato de la PGA en el que se van a dar cita los mejores jugadores del mundo mayores de cincuenta años y va a poner a la Costa Blanca en el epicentro de un deporte que genera un impacto económico de cuatrocientos cuarenta millones de euros en la provincia, el 1 por cien del Producto Interior Bruto.

El presidente de la Diputación de Alicante, César Sánchez, se reunió en la mañana de el día de ayer con el alcalde de Benidorm, Toni Pérez, para precisar los detalles de este gran acontecimiento deportivo.

Según explicaron ambos líderes al término del encuentro, celebrado en el consistorio benidormense, la fecha de celebración se va a acordar con los profesionales del sector y el Villaitana Golf, que será el escenario donde se realice la iniciativa.

«Queremos convertir la provincia de Alicante en la capital mundial del turismo deportivo y, por ello, vamos a trabajar junto con la urbe de Benidorm en la organización de un PGA Senior de Golf que deje poisicionar al municipio, particularmente, y a la Costa Blanca, en general, como epicentro de este deporte a nivel europeo», señaló César Sánchez, quien recordó que «tenemos un clima excepcional, unos campos de golf con perfección equipados y queremos proseguir apostando por el turismo deportivo, un segmento que nos deja desestacionalizar la demanda para sostener la llegada de visitantes a lo largo de todo el año».

El presidente de la Diputación resaltó la relevancia mediática y el esencial retorno económico que supondrá este acontecimiento. «Se trata de un hito para el golf alicantino, ya que permitirá consolidar la tendencia alcista del sector», puntualizó Sánchez quien asimismo incidió en la importancia «de este producto turístico fundamental para la provincia, pues además produce considerables cifras de negocio en nuestra economía, lo que repercute de forma positiva en la creación de empleo y en el bienestar de las personas».

Por su lado, el regidor de Benidorm, Toni Pérez, agradeció a la Diputación de Alicante que sea la «administración pública que más apoya a la ciudad de Benidorm», al tiempo que comentó que «ser sede de un campeonato de golf de estas peculiaridades, con la repercusión internacional y la inversión en destino que supone, es una idea espléndida que, además de esto, nos permitirá situar a nuestro municipio en el mapa mundial de un deporte de alto nivel de manera directa dirigido a mercados potencialmente interesantes para nuestra localidad como el británico».

El golf genera en la provincia de Alicante un impacto económico de 440 millones de euros, lo que representa el 1 por cien del PIB. Este segmento se ha convertido en los últimos tiempos en un «valioso reclamo turístico para la Costa Blanca», recordó César Sánchez, quien además señaló que «gracias al elevado consumo de las personas que practican este deporte en nuestro territorio se crean o mantienen 7.000 puestos de trabajos, entre directos, indirectos o inducidos».

 

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Benidorm completo con motivo del Low festival este fin de semana

¿estuviste con nosotros en Benidorm?¿has disfrutado a tope de la música en el Low Festival 2017?

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Conforme la organización, el acontecimiento ha congregado a un total de 83.000 asistentes.
Tras quedarse muy cerca de amarrar un tercer sold out consecutivo, la última jornada del Low Festival dos mil diecisiete ha confirmado este domingo las premisas que se fijaron hace meses cuando se eligió como apodo de esta novena edición el de “#GiganticLow”, al batir otra vez su récord de asistencia global.Las prácticamente veinticinco personas que han cruzado este domingo las puertas de la Urbe Deportiva Gullermo Amor de Benidorm se han sumado a las cincuenta que lo hicieron en el resto de jornadas previas y las ocho.000 que acudieron a la celebración del pasado jueves en la playa de Levante. Conforme la organización, el festival ha congregado a un total de ochenta y tres asistentes, 6.000 más que en su edición de 2016.

Ha sido tras un broche con fuerte acento de España en el que, a pesar de la presencia de recursos internacionales como Mando Diao, han brillado joyas patrias como Lori Meyers, Fangoria, Xoel López o Triángulo de Amor Bizarro, premio Ruido de la prensa musical al mejor disco de 2016 por Salve discordia, con el que al caer la noche han vuelto a atronar la ciudad playera de los rascacielos. Tras ellos ha sonado la apuesta más fuerte de la jornada, Lori Meyers, que no pisaba estos fueros desde dos mil trece, cuando todavía recibían el nombre de Low Cost Festival y ellos presentaban Impronta, su precedente disco de estudio.

Para dar la vida a su esperada última apuesta, En la espiral , los granadinos han planteado un espectáculo escenográficamente ambicioso, muy cuidado en las proyecciones y en los juegos de luces, con una gran pantalla translúcida que de partida ocultaba a la banda antes de ascender hasta los cielos.Su concierto benidormí ha arrancado con la onírica Vértigo I, una de las nuevas, o bien Evolución, que se han alternado con clásicos del conjunto extraídos sobre todo desde su tercer largo, Cronolánea (2008), véase Planilandia o Luces de neón, el cual ha sonado enseguida poniendo al público en órbita festivalera con sus “paparapapapa” y atajando un espectáculo potencialmente denso.No son estos los Lori Meyers que acababan con su cantante Noni López sin camiseta enredado entre el público, pero ofrecen a cambio un férreo empeño por un sonido limpio, en un espectáculo muy medido y, por eso asimismo, algo ceñido en su tramo primordial.

Todo cambia desde Emborracharme, otro clímax tras el que la contención energética se ha desbaratado en un mar de brazos que se ha perpetuado con la progresión creciente de Zona de confort, de la nueva hornada, mas sobre todo con Mi realidad, trazando así un espectáculo que ha ido de más a mucho más y en el que ha cabido hasta una pequeña extrañeza como Ham’a’cuckoo, de 2004.

El gallego Xoel López les ha tomado el relevo con un formato de mucho lujo, el de ocho músicos de acompañamiento que incluía sección de viento, y un repertorio que ha combinado piezas más pop de su época anglófila como Deluxe y de sus últimos discos más apegados al folk trasoceánico.Exuberantes y prolijos en detalles han sonado de esta forma piezas como Tierra, Deberemos aguardar o El amor valiente, hasta llegar el ineludible final con Que no, realmente apoteósico.Sobre las dos de la mañana ha llegado el turno de un clásico del pop de España, Fangoria, que ha regresado de esta forma al primer festival indie que les tendió la mano, como no podía ser menos viniendo de una urbe que se adapta tan bien a su idiosincrasia fallera.”No existe nada que nos guste más que estar en un festival o bien que estar en Benidorm”, ha constatado Alaska a pocos metros de Nacho Canut, al lado del que ha optado en su actual propuesta en vivo por robustecer con grandes arreglos techno canciones de toda su carrera, de Dinarama (El rey del glam o bien Ni ni nadie) a su último disco como Fangoria (Fiesta en el infierno). Como resultado, las voces y la producción de Guille Milkyway han quedado algo diluidas, aunque el público lo ha gozado igualmente, sobre todo la remezcla final de Bailando que incluye Miscelánea de canciones para robótica avanzada (2017), con injertos de Toro de El Columpio Asesino (quienes les han antecedido en el festival) o del corte homónimo que popularizaron Sonia y Selena.Hasta el alba aún quedaba música por sonar en este festival “gigantic” que en días previos ha recibido a Franz Ferdinand, The Hives, Pixies, !!!, Sidonie, La Casa Azul, L.A. y Dorian, entre otros muchos, y al que en 2018 le tomará el relevo una décima edición a la que sus responsables ya han bautizado como “#TheBigLow”.

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Reservar 1ª linea de baño en la Playa de Benidorm – ¿es legal?

playa de benidorm multa
El Ayuntamiento pide a Policía Local, inspectores de playas y concesionarias propuestas de de qué forma actuar con los que dejan sillas y sombrillas junto a la ribera.
La práctica produce cada verano enfrentamientos entre los bañistas.
Metidos ya de lleno en plena temporada alta, Benidorm se ha propuesto comenzar a buscar soluciones a la eterna guerra que se repite cada verano por la reserva de espacio y la ocupación de la primera línea, dos factores a los que no escapa casi ningún destino del litoral. De esta forma lo aseveró el día de ayer el concejal delegado de Playas y Seguridad Ciudadana, Lorenzo Martínez, quien indicó que a primeros de la semana próxima su departamento va a convocar lo más semejante a una cumbre para abordar esta problemática y conocer la opinión de los primordiales agentes implicados en la gestión de las playas.Martínez explicó que en este encuentro participará Policía Local, inspectores de playas y representantes de las diferentes concesionarias de servicios playeros, a los que el concejal solicitará ideas y propuestas para poder establecer unas líneas maestras sobre cómo actuar.Ahora bien, el concejal reconoció que la compañía «no es fácil» y que, a su juicio, en muchos momentos del día, la prioridad para la Policía Local ha de ser «controlar la seguridad en las playas o bien la actividad irregular que hacen los masajistas, los cuberos o bien los trileros, ya antes que las hamacas y las sombrillas».Sin regulación
Aunque en su día hubo intentos por regular esta práctica a través de la Ordenanza de Playas, la normativa municipal en Benidorm no establece prohibición ni sanciones por reservar espacio en la ribera poniendo a primera hora del día sillas que hasta horas después no ocupa absolutamente nadie. Sí hay una regulación en la Ley de Costas, que establece que el moblaje playero debe colocarse a una distancia mínima de 6 metros desde la ribera para dejar un pasillo libre. Ahora bien, si bien Costas ha exigido a Benidorm y a otros consistorios en múltiples ocasiones su cumplimiento, siempre ha acabado desistiendo por las peleas que se generaban entre los propios bañistas.Lorenzo Martínez explicó el día de ayer que, en los municipios donde esta práctica está prohibida por medio de las ordenanzas, «la mayoría de las veces esa prohibición va asociada a un horario para no complicar las labores de limpieza. Mas en el momento en que ese horario determinado ya ha finalizado, es bastante difícil de controlar». Además de esto, detalló otras cuestiones que, a su juicio, también generarían problemas, como la retirada de este mobiliario: «Si se lo lleva la Policía, habría que ver qué hacemos con todas y cada una esas hamacas y sombrillas, dónde las guardamos o de qué forma puede recobrarlas el dueño», dijo, para agregar: «A ver quién tiene un tiquet de una sombrilla que compró a saber cuándo para probar que es suya».De ahí que, a falta de que la asamblea de la próxima semana pueda lanzar luz a todas y cada una estas dudas, el edil apeló al sentido común: «Este problema también se da en ciertos hoteles con las hamacas de la piscina. No es exclusivo de las playas. De ahí que solicitamos que la gente actúe con cabeza», afirmó.
Osea, que si vienes a Benidorm este verano a tu apartamento en la playa y decides reservar tu plaza en 1ª linea con tu sombrilla y con tu silla estarás exento de multa pero quizás te encuentres alguna miradita o mal comentario de algún bañista.
¡¡Feliz verano!!

 

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La famosa historia del Puig Campana, la montaña más emblemática de Alicante

El Puig Campana es la montaña más emblemática de la provincia de Alicante. Con sus 1.410 metros de altura no es la más alta, galardón que recae en la Sierra de Aitana. Pero la Sierra de Aitana, con su forma amesetada no es tan atrayente para los montañeros como el Puig Campana, con su espectacular forma triangular y picuda, similar a una campana, lo que le da el nombre. Su forma imponente y cercana al mar la hacen sumamente atrayente para cualquier amante de conquistar alturas. La ascensión al Puig Campana es una de las mejores experiencias montañeras que puede ofrecer la naturaleza de Alicante. Una montaña tan singular era imposible que quedara sin leyenda, y es que, generalmente, los accidentes geográficos que debido a su espectacularidad dejan huella en la retina del hombre, también lo hacen en su imaginario.

Sumerjámonos entonces en la leyenda del Puig Campana.

Nos trasladamos a la Alta Edad Media, cuando la Península Ibérica se encontraba en una lucha de supervivencia entre cristianos y musulmanes. Uno de los principales adalides de la lucha contra el Islam era el caballero franco Roldán guerrero de fuerza y valor legendarios. Tenemos que imaginarnos al mítico guerrero Roldán batallando en tierras de Alicante. El azote de los musulmanes, que sólo pensaba en guerras, luchas, victorias y glorias, quedó prendado de la belleza de una joven que vivía en las tierras de Benidorm. La hermosa doncella, aunque de religión mahometana, correspondió al amor del valiente caballero cristiano.

Tal romance llegó a los oídos de un siniestro brujo, que escandalizado por la unión de una joven de su religión con uno de los mayores enemigos de los sarracenos, lanzó un conjuro letal sobre los enamorados:

“La vida abandonaria el cuerpo de la joven cuando el último rayo de sol dejara de iluminar Benidorm.”

La terrible  maldición llegó a oídos del caballero Roldan. Al ver como su amada enfermaba y cada vez estaba mas débil según avanzaba el día, intentó dar con el mago para acabar con su vida y con la maldición, pero las horas pasaban y, poco a poco, la sombra del Puig Campana empezó a extenderse sobre la entonces pequeña población de Benidorm.

Roldán, desesperado al ver el inminente final de su amada la estrechó en cariñoso abrazo y cargando con el delicado cuerpo, del que se escapaban las fuerzas, se dirigió a grandes zancadas a la cima del Puig Campana. Ya casi la sombra de la gran montaña cubría Benidorm, y el caballero franco, valorando cada minuto que había pasado con su amada como si de la mayor riqueza se tratara, desenvainó su mítica espada Durandarte y golpeó la cima de la montaña. El tremendo tajo arrancó un enorme pedazo de piedra y la luz del sol, por la brecha abierta,  continuó iluminando unos minutos más Benidorm.

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Esos minutos los pasaron Roldán y su amada en un tierno y cariñoso abrazo de despedida. El sol seguía su inexorable caminar por el cielo, tiñendo de tonos rojos el horizonte. El astro rey parecía llorar lágrimas de sangre por el fatal final de una historia de amor tan hermosa.

Benidorm - Puesta de solRoldán, cuando vio que su amada había exhalado su último aliento, grito al cielo desesperado maldiciendo su desgracia. Invadido por una ira y furia inmensas golpeó brutalmente en gesto de infinita rabia el gran peñón que había desgajado de la montaña con su espada. Fue tal el golpe que la gran roca atravesó el cielo y fue a caer en el mar formando lo que hoy es la isla de Benidorm. Triste destino el de la hermosa doncella y no menos triste el del caballero Roldán.

¿Que pasó con el mago moro que tal drama había provocado?  Hay quien dice que el orgulloso brujo recreándose en su maldad había querido presenciar la desgracia de los enamorados y que desde un bote en el mar, donde se creía a salvo de Roldán, observaba como la noche caía sobre Benidorm. Y cuando una sonrisa perversa se asomaba en su feo rostro, de repente vio como desde la cima del Puig Campana una enorme piedra venía hacia él. La gran roca se llevó al maldito brujo al fondo del mar, donde está padeciendo el cruel castigo merecido por sus actos. Algunas noches se han visto unas extrañas luces en la isla de Benidorm. Se dice que son las chispas de las llamas del infierno donde todavía se consume el siniestro mago.

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Si alguna vez te acercas a Benidorm, cuando mires el tranquilizador horizonte del mar, no te olvides recordar la bonita y dramática historia de amor que dejó una isla y una gran brecha en la montaña más emblemática de la provincia de Alicante, el Puig Campana.

Existe otra historia acerca de la isla de Benidorm. Cuenta la leyenda que un gigante… clic aquí para leerla

Vía: http://arte-historia-curiosidades.blogspot.com.es/2015/05/leyenda-isla-benidorm-puig-campana.html

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La historia del bikini, la serie británica y otras curiosidades sobre Benidorm

¿Qué tiene Benidorm? Sin duda alguna, Benidorm es una de las ciudades más curiosas de España,  con sólo 70.000 habitantes, se sitúa entre las tres ciudades con más pernoctaciones hoteleras del país, sólo por detrás de Madrid y Barcelona. Y es que Benidorm es mucho más que sol y playa, es la hipérbole del modelo de negocio turístico español, un caso de éxito , una opción muy barata para disfrutar de la costa levantina y, para muchos, uno de los templos del kitsch. Pero como decía, son muchas las curiosidades sobre Benidorm, ese Manhattan español que nunca dejará de sorprendernos.

La ciudad que persuadió a Franco para permitir el bikini

Lejos quedan aquellos días en los que las mujeres tienen que ir a la playa tapando todas las partes posibles de su cuerpo para evitar caer en las tentaciones del pecado. Pero no hace mucho, el bikini estaba considerado una prenda poco honrosa y prohibida en este país. ¿Cuál fue el primer paso para que se permitiera el bikini en España?

Teresa Avellanosa

Teresa Avellanosa

Pues curiosamente, la historia del bikini en España es una de las muchas curiosidades sobre Benidorm. Al parecer, el año 1953, el entonces alcalde de Benidorm –Pedro Zaragoza- hizo un viaje en Vespa hasta Madrid para reunirse con Franco y su esposa en el Palacio del Pardo. ¿El motivo? Pues no fue otro que pedir la autorización de Franco para que permitiera el uso de la controvertida prenda en las playas de Benidorm. Y, contra todo pronóstico, Franco permitió el uso del bikini en el municipio con un resultado que ya conocemos: el bikini es la prenda por excelencia en las playas tanto como Benidorm es la meca del turismo de playa.

Pero este no es el único hecho que convierte a Pedro Zaragoza en toda una personalidad en Benidorm. Este alcalde fue el mismo que impulsó el Benidorm turístico que conocemos ahora, su urbanismo vertical y, por supuesto, el bikini. Respecto a esta historia no sólo hay mucho escrito, sino que incluso se ha llegado a rodar un cortometraje tras lograr fondos para llevarlo a cabo en una plataforma de crowdfunding.

Benidorm, la serie británica sobre Benidorm

Benidorm es la serie de Benidorm. Lleva en antena desde 2007 y durante este año hemos podido ver la séptima temporada protagonizada por varias familias de clase media británicas que pasan sus vacaciones en la capital turística de la Costa Blanca.  Y lejos de ser una serie poco conocida, esta comedia es todo un éxito en el Reino Unido –son muchos los premios y reconocimientos que se ha llevado la serie, incluido algún premio nacional de la televisión británica- . ¿Su clave? Un humor que roza el absurdo y un festival del kitsch, ideal para todos aquellos que también disfrutan de espectáculos tróspidos como Eurovisión.

¿El hotel más alto de Europa? Está en Benidorm

A Benidorm también se le ha acusado de ser una ciudad de excesos. Para muchos más que una ciudad parece en ocasiones un mega escenario de ciudad retro futurística. Y no en vano, una de las curiosidades sobre Benidorm más conocidas es que en ella se alberga el Gran Hotel Bali, el hotel más alto de Europa.

el hotel mas alto del mundo

El Gran Hotel Bali mide un total de 186 metros distribuidos en 52 plantas que a su vez, albergan  776 habitaciones. Durante un tiempo no sólo fue el hotel más alto de Europa, sino que también fue el edificio más alto de España, hasta que en 2006 la Torre Picasso en Madrid lo superara. Pero Benidorm no tenía suficiente con tener el hotel más alto de Europa, actualmente se está construyendo el edificio InTempo, dos torres residenciales que pretenden conseguir seguir la estela del Gran Hotel Bali: convertirse en el segundo edificio residencial más alto de la Unión Europea y el más alto de España, con 200 metros de altura divididos en 47 plantas.

Es la tercera ciudad con más pernoctaciones hoteleras de España

Ya lo comentábamos antes, pero el dato no se nos debe pasar por alto: Benidorm es todo un éxito y sus números en ocasiones son difíciles de creer. Barcelona tiene más de 1.600.000 habitantes y Madrid casi dobla esta cifra. ¿Benidorm? Sólo 70.000 habitantes. Aún así, casi pisa los talones a las dos ciudades más grandes de España en lo que a estancias en hotel respecta. Es la ciudad del turismo de playa por excelencia en España.

Información vía Trivago

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Una cruz con mucha historia en Benidorm

La ciudad con más rascacielos del mundo por número de habitantes está en la Costa Blanca y, como se puede adivinar fácilmente, no es otra que Benidorm. La antaño pequeña población pesquera comenzó a recibir turistas en la década de 1950 y, en poco tiempo, fue cuna del destape y pionera en el uso del bikini. La Iglesia tildó a la ciudad de frívola, a lo que el clero local respondió alzando una gran cruz cristiana en la Serra Gelada, en los albores de los años sesenta.

la cruz de benidorm

El organismo eclesiástico benidormense se encargó de preparar una jornada, en la que todos los vecinos del municipio podrían participar. Estos, con el fin de demostrar que no eran tan frívolos ni pecadores como se hacía ver, transportaron y plantaron la gran cruz de madera, hecha con antiguos postes de luz, en lo alto de la sierra, al este de Benidorm. La jornada fue denominada como el Día del Perdón y tuvo lugar la última semana de diciembre del año 1961. Sirvió tanto para afianzar la fe católica en la población, como para acallar los turbios rumores que, en otros municipios y organismos, de esta se tenían. Según se cuenta, algún tiempo antes de este hecho, el obispo de la diócesis de Orihuela-Alicante había amenazado al alcalde de Benidorm, por entonces Pedro Zaragoza, con poner un cartel a la entrada de la urbe que indicase: El Infierno.

Con el paso del tiempo, la cruz se ha ido renovando y en la actualidad existe una de estructura metálica que se ilumina por la noche. Aparte ideologías y creencias, junto a la cruz se encuentra el mirador homónimo, desde donde se observa una de las vistas panorámicas más espectaculares de Benidorm y sierras cercanas, como el majestuoso Puig Campana. Hasta este punto se puede ascender tanto a pie como en bicicleta e, incluso, en coche hasta escasos metros de la cruz. Además, desde hace pocos años se realiza, en el mes de mayo, la denominada Subida a la Cruz, la cual consiste en unos 10 km que se pueden realizar a pie o corriendo. Asimismo, desde la cruz se pueden realizar diferentes rutas senderistas por el Parc Natural de la Serra Gelada, en cuyo extremo opuesto encontramos el Faro de l’Albir y la bahía de Altea.

Noticia vista en Sendas y Leyendas

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¡Los Reyes Magos ya han llegado a Benidorm!

Miércoles, 4 de enero – Llega el Cartero Real

12’00 a 14´00 hs. – Hinchables para peques en la Plaza de la Navidad

12’30 hs. Actuación de Personajes Infantiles en la Plaza de la Navidad

18´00 a 20´00 hs. Visita Cartero Real en la Plaza de la Navidad

18’30 hs. Actuación de Personajes Infantiles en la Plaza de la Navidad

Jueves, 5 de enero – La Gran Cabalgata

18’00 hs. GRAN CABALGATA DE REYES MAGOS Salida desde el Parque de Elche. Recorrido: Av. Almendros, C/ Marte, C/ Venus, C/ Ruzafa, C/ Herrerías, Pl. Dr. Fleming y Pl. de SS.MM. Reyes de España.

reyes magos

 

Atracciones en la Plaza de la Navidad. Pl. SS.MM. Reyes de España, del 3 de diciembre al 6 de enero.

Poblado Navideño. C/ Gambo, del 3 de diciembre al 6 de enero.

Mercado de Navidad. Parque de Elche, del 3 de diciembre al 6 de enero.

Tradicional Belén de la ACR La Barqueta. C/ Tomas Ortuño del 8 de diciembre al 6 de enero.

Exposiciones Museo Boca del Calvari, del 3 de diciembre al 6 de enero.

Exposición de Belenes “Paco Rosera” Belén de la Asociación “ Amics del Betlem de la Marina Baixa” Espectacular Maqueta de Tren. Hall Ayuntamiento de Benidorm, del 3 de diciembre al 6 de enero.

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Lluvia, lluvia y más lluvia en Benidorm.

Las fuertes lluvias que se han registrado a lo largo de la mañana en Benidorm como consecuencia del temporal en el área mediterránea ha obligado al Ayuntamiento a cortar puntualmente varias calles del Rincón de Loix y La Cala como medida preventiva para evitar que los vehículos pudieran quedar atrapados. Asimismo, y también por prevención se ha procedido al desalojo de más de 80 caravanas de un camping.

Según los datos de la Agencia Estatal de Meteorología (AEMET), entre las 11.00 y las 12.00 horas han caído en Benidorm entre 29 y 49 litros por metro cuadrado -en función de las zonas-, si bien el grueso de las precipitaciones se ha producido en un periodo de alrededor de 15 minutos.

Por la intensidad de estas lluvias, la Policía Local ha procedido a realizar cortes puntuales -de aproximadamente 10 minutos- en las calles Atmella del Mar, Zamora, Toledo, Armada Española, Alfonso Puchades y los barrancos Racharell y El Murtal. Además, se ha cerrado al tráfico la calle Pajares para impedir la circulación de vehículos hacia La Cala de Finestrat, y se han registrado cortes de suministro en varios semáforos de Atmella del Mar.

También como medida preventiva y debido a rachas de viento de 40 kilómetros por hora, a primera hora de la mañana se ha procedido al cierre del Parque de Elche, ante el posible riesgo de caída de ramas.

Por otra parte, la Patrulla Rural de la Policía Local ha procedido al desalojo preventivo de más de 80 caravanas de un camping tras comprobar que no se habían adoptado algunas de las medidas recogidas en el Plan de Autoprotección del establecimiento. A este respecto, el Ayuntamiento informó ayer a los 11 campings de la ciudad, que se encuentran dentro del PATRICOVA, de la situación de preemergencia establecida por la AEMET y el Centro de Coordinación de Emergencias y se les recordó la obligación de cumplir su Plan de Autoprotección. Los ocupantes de las caravanas desalojadas preventivamente han seguido en las instalaciones del establecimiento sin contratiempos.

El concejal de Seguridad Ciudadana, Lorenzo Martínez, ha indicado que “las medidas preventivas adoptadas por el Ayuntamiento durante la jornada del viernes, como la prohibición de aparcar en los barrancos de Racharell y Murtal y la señalización de los puntos más conflictivos, han evitado incidentes significativos, más allá de la caída de una palmera en el Paseo de Levante que no ha provocado daños personales y la retirada de algún cartel que tenía riesgo de desprenderse”.

Martínez ha informado que se mantiene la preemergencia de nivel naranja por viento, lluvias y temporal marítimo, y ha añadido que aunque la situación se ha suavizado en la última hora no se descarta que a lo largo del fin de semana entre un nuevo frente. Por ello, ha pedido a los ciudadanos “que mantengan las precauciones y que en caso de producirse nuevas lluvias de intensidad intenten, en la medida de lo posible, evitar el uso de vehículos y limitar sus salidas a la vía pública”.

Este temporal se ha cobrado una víctima en Benidorm, más en concreto en la Cala de Finestrat. Un hombre de avanzada edad ha fallecido este sábado al ser arrastrado al mar por una tromba de agua en la Cala de Finestrat, en Alicante.

Según ha informado la Guardia Civil, a las 11:13 horas de la mañana se ha recibido la alerta de que esta persona, que habría salido a caminar por la mencionada cala (desoyendo las alertas por el fuerte temporal de viento y lluvia), ha sido sorprendida, al parecer, por una tromba de agua y arrastrada al mar. Las personas que han dado el aviso, han indicado que le habían perdido de vista.

Inmediatamente, se ha desplegado un dispositivo de búsqueda de este hombre, aun sin identificar, compuesto por servicio Marítimo de la Guardia Civil, Geas, Usecia y agentes de Finestrat. Finalmente, transcurridos 20 minutos desde el aviso inicial, se ha observado en el mar el cuerpo flotando de este hombre.

Noticia vía ElMundo.es

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Así quiebra un rascacielos en Benidorm

La historia del In Tempo es la historia de un fracaso, el relato de la megalomanía del ladrillo, tan dada en la época del boom urbanístico. 192 metros y 47 plantas de quiebra, que un día fueron un sueño para sus promotores y que luego han acabado en pesadilla. El rascacielos residencial más alto de España, levantado junto a la Playa de Poniente de Benidorm, está construido al 95% y apenas le quedan entre seis y ocho millones de euros de inversión para rematarlo definitivamente, aunque es más allá de sus cimientos donde se juega su futuro. Serán los tribunales los que decidan qué va a pasar con el armatoste. La promotora hizo crack y ahora los acreedores andan a la gresca para ver quién cobra antes sus deudas y quién se queda el edificio. Pero hasta que se aclare ese desenlace han sucedido muchas cosas. Esta es la historia del In Tempo:

El origen


La idea de la megatorre parte de José Ignacio de la Serna e Isidro Bononat, dos conocidos empresarios del sector inmobiliario. El vasco De la Serna es la voz cantante de Olga Urbana SL, la empresa promotora del inmueble. Bononat es su amigo y socio en la empresa, que suma un capital de 7,2 millones de euros (también participa un hotelero de Benidorm). La sociedad compra el suelo en la ciudad de los rascacielos el 27 de octubre de 2005 mediante un crédito de Caixa Galicia. El precio del terreno ascendió a 46.878.944 euros.

El 28 de septiembre de 2006 se nova el contrato de financiación para convertirlo en un préstamo promotor: se alarga el plazo de vencimiento en 300 meses (hasta el 30 de septiembre de 2031), y se amplía el importe principal hasta 92.946.000 euros. La obra del In Tempo se inicia en 2007. Un año más tarde, el 16 de mayo de 2008, se vuelve a ampliar el importe del préstamo de Caixa Galicia a la promotora, para llegar a los 103.021.082,27 euros.

La primera sospecha


Los trabajos del rascacielos se van desarrollando con cierta normalidad; las ventas sobre plano alcanzan el 50% de las 269 viviendas previstas, pero un aspecto resulta sospechoso para las empresas contratistas y los proveedores. Una constructora de Madrid, Rayet, es contratada para colaborar en la obra por recomendación-imposición de Caixa Galicia, que financia el proyecto. El fichaje de esta empresa no fue gratuito. Y es que esta compañía tenía un préstamo pendiente de pago de 700.000 euros con Caixa Galicia, que no dudó en contratar sus servicios para el In Tempo para poder pignorar a favor de la caja los gastos generales y el beneficio industrial del contrato firmado con Olga Urbana. Rayet se limitó a colocar su caseta en la obra. No puso ni un ladrillo. Posteriormente, su contrato fue rescindido, previa indemnización pactada y negociada de 600.000 euros, una cantidad que sirvió para cubrir el préstamo de Caixa Galicia.

La decisión: seguir o parar


Años 2008 y 2009. Estalla la crisis financiera y el sector inmobiliario se hunde. Aliben, la empresa encargada de la estructura del In Tempo, suspende pagos. En ese momento, Caixa Galicia, entidad que pone el dinero para levantar el inmueble, tiene que tomar una decisión: se sigue o se paralizan las obras. A finales de 2009 la caja gallega contrata a una empresa externa para controlar directamente la promoción y asegurarse de que llegase a buen fin. Se trata de la firma Suasor, que según fuentes de Kono Estructuras, uno de los proveedores de Olga Urbana, era la que ‘manejaba financieramente la obra y el destino de las disposiciones del crédito promotor, lo que dejó sin capacidad de decisión a Olga Urbana. Las funciones de Suasor no eran las de un mero project manager o controller, sino las de un auténtico administrador que imponía sus decisiones en base fundamentalmente a criterios económicos y que actuaba en defensa de los intereses de Caixa Galicia’.

La entrada en concurso de Aliben (que se ocupaba de la estructura) y el desfase presupuestario en la construcción del edificio (los sobrecostes y modificados se suceden, agotándose poco a poco el dinero del préstamo promotor), llevan a la caja a intervenir. Y decide continuar con la obra. Eso sí, con el control absoluto de Suasor, que además tenía una prima en sus honorarios del 2,5% sobre la reducción de costes que lograse. A partir de ese momento, Olga Urbana pasa a ser un mero ejecutor de las órdenes de Suasor. No tenía otra opción si quería terminar el In Tempo, que era la obsesión de José Ignacio de la Serna.

Los proveedores


Los antiguos trabajadores de Aliben deciden dar un paso al frente: se ofrecen a Olga Urbana para rematar la estructura del In Tempo. De este modo, fundan Kono Estructuras, que finalmente es contratada para este trabajo. En el capital de Kono también participan los socios de Olga Urbana, José Ignacio de la Serna e Isidro Bononat. Otras dos empresas vinculadas con los promotores se suman a la obra: Hilo Urbana (propiedad de Serna, su yerno Javier Frías y Bononat) para trabajos de albañilería, y Barroco Cerámica, de la hija de José Ignacio de la Serna. La obra, parada en diciembre de 2009 por la quiebra de Aliben, se vuelve a poner en marcha en marzo de 2010.

Llega la Sareb


En diciembre de 2012 el edificio se traspasa a la Sociedad de Gestión de Activos Procedentes de la Reestructuración Bancaria (Sareb), el banco malo creado por el Gobierno y algunas entidades financieras que se quedó los activos inmobiliarios de las cajas rescatadas. Todo sigue igual, Suasor controla la obra gracias a Caixa Galicia, y la Sareb se suma a esas funciones de supervisión del proyecto, ‘cuyo visto bueno se requiere hasta para el pago de los suministros, y de todo tipo de facturas’, según fuentes de Kono.

El arquitecto abandona

situacion torre in tempo


La cascada de problemas comienza a desencadenarse. En 2013 la dirección facultativa, encabezada por el arquitecto Roberto Pérez Guerras, se niega a firmar las certificaciones de obra si no le garantizan el pago; ante esto, Caixa Galicia y la Sareb deciden que las certificaciones sean firmadas por la tasadora. La dirección facultativa se niega a seguir al frente de la misma ‘por la humillación profesionalque representa ser desautorizado constantemente por Suasor, y además porque el proyecto estaba siendo ejecutado de manera diferente a lo proyectado y de manera incorrecta, con serio peligro‘, según admite el propio Pérez Guerras. Para evitar esa responsabilidad, se va del proyecto el 18 de junio de 2013.

El préstamo impagado


Los problemas no acaban aquí. Olga Urbana ya no puede pagar ni las certificaciones de obra ni el préstamo. Desde el 30 de diciembre de 2012 no abona ni un euro del crédito. La Sareb le concedería una póliza de crédito en enero de 2014, de 1.356.141 euros. En lugar de ejecutar la hipoteca, el banco malo opta por seguir destinando fondos a la obra. El dinero de la póliza se destinó sólo a la vigilancia del edificio; nada para las obras.

Ruptura entre los socios.


A mediados de 2013, José Ignacio de la Serna llega a la conclusión de que el proyecto, tal como él lo imaginó, resulta inviable. Sólo se ha vendido un tercio de los 269 apartamentos en comercialización tras muchas renuncias de compradores. Y decide actuar. Pone el In Tempo en el mercado. Para ello, formaliza un mandato de venta en junio de 2013, con el objetivo de colocar el inmueble entre grandes inversores. Se busca un caballero blanco que compre Olga Urbana por unos cinco millones de euros y recuperar parte de los 7,2 millones que había de capital en la sociedad. El inversor asumiría la deuda (más de 100 millones), y se ocuparía de acabar el In Tempo. De la Serna firma ese mandato de venta en Madrid, y encarga la operación a Gerardo Martínez, Antonio Rocamora y Antonio Cánovas, tres ejecutivos del sector inmobiliario.

El movimiento llega a oídos de Isidro Bononat, que desconocía el plan de su socio De la Serna. Bononat no se queda quieto, y comienza a buscar inversores por su cuenta para abandonar también el In Tempo de la mejor forma posible. Encuentra a unos compradores chinos, que incluso firman una opción de compra en exclusividad y que incluye un periodo de seis meses para realizar una due dilligence de todo el proyecto.

Bononat comunica su acuerdo con los chinos a De la Serna, que no se lo toma precisamente bien. De la Serna amenaza con romper las piernas y matar a los que vayan diciendo que el In Tempo está venta. Bononat decide presentarse en la sede de Olga Urbana con un notario. Es el 23 de septiembre de 2013. Los dos socios discuten en presencia del notario, que da fe de la discusión. Bononat informa a De la Serna de la opción de venta firmada con los chinos; por su parte, De la Serna niega que haya un encargo de venta vigente del In Tempo, según se refleja en el acta notarial al que ha tenido acceso este diario.

De la Serna dice que sólo ha encomendado la venta de las participaciones de Olga Urbana, y advierte de que si alguien ‘se ha valido de un mandato falso de venta para vender la totalidad de las fincas del edificio In Tempo mandará que le rompan las piernas’ y ‘mandará que lo maten’. De la Serna se refería a las tres personas a las que había dado el mandato de la venta del inmueble. Este conflicto supuso el divorcio entre De la Serna y Bononat, que eran socios y amigos. La opción de compra de los chinos también se esfumó.

La querella


La guerra entre los socios del In Tempo ya es total. Isidro Bononat, como administrador de Olga Urbana, decide reconocer una deuda (1,037 millones) que la empresa tenía con la firma encargada de acabar la estructura del edificio, Kono. Este reconocimiento de deuda abre otro frente con De la Serna. Suasor, la firma puesta por Caixa Galicia y mantenida por Sareb para controlar la obra, amenaza con parar los trabajos si De la Serna no se querella contra Bononat por haber permitido que se le reconozca una deuda de un millón a uno de los principales proveedores. Bononat fue apartado de sus funciones de administrador de Olga Urbana.

Las razones de la quiebra


En el último trimestre de 2013 el In Tempo agoniza. Ya no hay dinero para seguir. Los escasos fondos que llegan los aporta la Sareb y son la para la seguridad del edificio. La obra se para definitivamente a principios de 2014, aunque en octubre de 2013 se realizan los últimos trabajos de envergadura. La Sareb hace cábalas con el In Tempo. Desde Kono Estructuras mantienen que el banco malo encargó informes a Suasor y Forest Partners para valorar qué hacer con el In Tempo: continuar con la obra o instar un concurso de acreedores para forzar la liquidación de Olga Urbana y no terminar el edificio. Según Kono, la solicitud del concurso por parte de Sareb (algo que se produjo en diciembre de 2014 con un pasivo de 137 millones) ‘no era la finalización del edificio y que todos los compradores pudiesen escriturar sus viviendas, sino adjudicarse en fase de liquidación el activo, limpio de proveedores y compradores que pudieran perjudicar la venta a un tercero’. La jugada, según esta empresa, era la siguiente: adquirir un crédito de 108 millones por 47 millones y pretender adjudicarse un bien tasado en 90 millones, mediante una venta posterior del mismo por 58 millones [la oferta más alta que ha recibido la Sareb es por esta cantidad]». Los informes de la Sareb aconsejaron pedir el concurso en lugar de forzar la ejecución hipotecaria.

Proyecto ‘fantasma’


En febrero de 2015, con la empresa ya quebrada y con el In Tempo sin terminar, José Ignacio de la Serna muere por un cáncer. Cuando la administradora concursal de Olga Urbana, Antonia Magdaleno, llegó a la empresa no había nada. La promoción se encontraba abandonada hacía tiempo, no encontró a nadie de la empresa y la caseta de ventas llevaba años cerrada y vacía; sólo había una persona de seguridad en la obra que le abrió la caseta de ventas.

En manos de la Justicia


Ocho años después del inicio del In Tempo, los últimos capítulos de esta historia se escriben en los tribunales, que deben decidir qué va a pasar con el rascacielos, es decir, si se lo adjudica la Sareb o no. Además, hay otra derivada judicial. El banco malo ha denunciado ante la Fiscalía General del Estado la existencia de presuntas irregularidades en la gestión de Olga Urbana y cifra en 23 millones de euros el ‘perjuicio económico’ causado. La Sareb defiende que, entre las irregularidades detectadas, se han localizado ‘presuntos desvíos de fondos y vinculaciones societarias entre los dueños y administradores de Olga Urbana y algunos de sus propios contratistas y proveedores’. La Justicia tiene la última palabra sobre el In Tempo.

Vía El Mundo

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La torre del Cavall, una gran olvidada de Benidorm

Dentro del Parque Natural de Serra Gelada se encuentra esta pequeña ruta asfaltada que discurre entre el mar y la montaña, y lleva a los senderistas hasta la Punta del Cavall, un lugar en el que están los restos de la Torre de la Escaleta o Torre de les Caletes y se pueden contemplar los acantilados de la sierra.

La ruta comienza en un pequeño descampado situado entre la Cala Ti Ximo y la Cala Almadrava. La personas que accedan hasta el lugar con el vehículo podrán aparcarlo en este espacio.

dmaping.com

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El inicio está bien señalizado con el cartel del Parque Natural y una cadena que prohíbe el paso a vehículos. Hasta hace pocos años se podía acceder hasta la misma torre en coche, pero desde que se declarase espacio protegido, se decidió cerrarla para proteger la fauna, la flora y el patrimonio histórico.

Es una ruta corta, unos 3 kilómetros ida y vuelta aproximadamente, y se puede hacer en una hora. Lo mejor está al final de recorrido, allí se encuentra la Torre de Les Caletes, aunque también la llaman Torre Seguró o la Torre Punta del Cavall, declarada Bien de Interés Cultural. Mandada construir por Felipe II en el siglo XVI para defender al pueblo de un posible ataque de piratas. Se encuentra bastante deteriorada y al borde del acantilado, por lo que existe peligro de derrumbamiento y no es aconsejable acercarse a ella.

Otro de los atractivos de esta ruta son los acantilados de la sierra, de más de 200 metros de altitud, que se pueden contemplar casi en su totalidad. A los pies de estos se encuentran las dunas fósiles trepadoras, formadas hace unos 75.000 años, y el principal motivo de la declaración del Parque Natural de Serra Gelada. Se puede realizar en cualquier época del año, aunque no es recomendable hacerla en verano porque carece de sombras. El camino apenas tiene desnivel, está asfaltado y es apta para personas con movilidad reducida.

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10 razones por las que visitar Benidorm

1.- Es asequible para casi todos los presupuestos (lo que, con la que está cayendo, no es poco).

2.- Dispone de una enorme variedad de posibilidades de alojamiento, desde apartamentos baratos hasta hoteles de alta gama. Por lo general, con buena relación calidad-precio.

3.- Es una ciudad divertida para quienes buscan marcha. También puede ser tranquila, dicen.

Benidorm-playas

4.- Sus 40.000 plazas hoteleras actúan como una esponja, descongestionando otros focos turísticos de la costa española. Es una pena que su existencia no haya servido para salvar el resto del litoral de la codicia urbanística.

5.- Goza de un clima con temperaturas suaves en invierno y en verano.

6.- Su temporada, con diferente público según la estación, se extiende a lo largo de todo el año.

7.- Aunque masificadas en agosto (lo juro: en la playa de Levante, por la mañana, no había sitio para colocar la toalla) sus playas están bien dotadas y cuidadas. En los alrededores, calas como la del Racó del Conill, en Villajoyosa, son una alternativa más tranquila.

8.- Su oferta de ocio, tanto dentro como fuera de los hoteles, es variada y para todos los públicos: niños, adolescentes, familias, jóvenes, singles con niños y mayores.

9.- Las posibilidades gastronómicas son asimismo variadas y para todos los bolsillos: desde la paella del bufé todo incluido hasta el exotismo japonés pasando por la socorrida baked potato.

10.- 5.000.000 de turistas no pueden estar equivocados. O puede que sí.

Y a ti, ¿te gusta Benidorm?

Artículo El País

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La historia de una referente de Benidorm, la iglesia de Sant Jaume

Se construyó entre los años 1740 y 1780 en estilo neoclásico para albergar las imágenes de los patrones de la ciudad San Jaume Apóstol y la Mare de Déu del Sofratge o Virgen del Sufragio. Su exterior es sencillo, pintado en blanco con molduras y cornisas de color ocre, destacando entre todo el conjunto sus cúpulas azules, típicamente mediterránea.

Prácticamente exenta, el edificio se articula en tres plazas: en la Castelar, en la del Castell (estas dos situadas juntos al mar), y una tercera, la plaza de San Jaime situada mirando hacia el casco antiguo, es en esta zona donde se accede al interior del templo. También en esta parte podemos ver la torre del campanario, la cual cuando se construyó el templo estaba a la altura del tejado.

En su interior destacan las pinturas atribuidas a Giovanni Tognese. Su planta es de cruz latina con una cúpula de media naranja en el crucero y una nave central en cuyos laterales se reparten las diferentes capillas. De entre ellas destacan el retablo de madera del Altar Mayor y la de la Virgen del Sufragio, situada al lado del evangelio.

iglesia de sant jaume benidorm

Es en el mes de noviembre cuando tienen lugar las diferentes fiestas patronales de la ciudad en honor a San Jaime y a la Virgen del Sufragio, uno de los actos más impresionantes de las fiestas es la escenificación del hallazgo entre las cenizas de la Virgen con el Niño Jesús en brazos.

Y es que según la leyenda, los vecinos de Benidorm vieron la llegada a sus costas de una pequeña embarcación sin tripulación alguna. Se pensó que tal desaparición fue causada por la peste y esto hizo que la población sintiera pavor del pequeño barco. Por ello se decidió quemarlo sin retirar nada, pero cuando las llamas se apagaron los niños comenzaron a buscar hierros y clavos entre las cenizas y lo que hallaron fue la imagen de la Virgen intacta que el barco había traído en su popa.

Otra capilla importante es la de la Virgen de los Dolores en la que podemos ver un retablo de seis pinturas en las que se representa la vida de Jesús, datado en la segunda mitad del siglo XVI. Justo debajo se encuentra un altar de piedra en cuyo centro se encuentra el sagrario.

En un lateral podemos ver la imagen de la Virgen de los Dolores del año 1942 y justo enfrente se encuentra una pintura sobre cuero de la Santa Faz, copia del Santo Rostro de Jaén. Una pintura de Nazareno sobre lienzo al óleo completa el conjunto de obras de la capilla.

En el interior de la iglesia no sólo es posible admirar las diferentes esculturas y obras de arte, sino que también y en ambos laterales de la nave central, podemos ver una muestra de maquetas que recrean las iglesias románicas más importantes de España con bastantes detalles e incluso tienen un corte transversal para poder ver sin problemas la parte de dentro del edificio.

Finalmente destacamos una pila bautismal de mármol negro veteado de blanco, que fue instalada por los Condes de Montealegre para bautizar a su hija María de los Desamparados en el año 1808. Según rece en el libro de bautismos de la parroquia, la pila fue pagada mitad por el pueblo y mitad por estos Condes, llegando a costar 100 pesos. Sobre ella se encuentra un cuadro de san Juan Bautista.

Vía ES Turismo

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